La biblioteca digitale della letteratura italiana>>>Dal sito web www.letteraturaitaliana.net/

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venerdì 29 agosto 2014

Buona giornata a tutti.:- ...

Da Leggo e rifletto 
Potessero le mie mani sfogliare - Federico Garcia Lorca
Pronunzio il tuo nome
nelle notti scure,
quando sorgono gli astri
per bere dalla luna
e dormono le frasche
delle macchie occulte.
E mi sento vuoto
di musica e passione.
Orologio pazzo che suona
antiche ore morte.
Pronunzio il tuo nome
in questa notte scura,
e il tuo nome risuona
più lontano che mai.
Più lontano di tutte le stelle
e più dolente della dolce pioggia.
T'amerò come allora
qualche volta? Che colpa
ha mai questo mio cuore?
Se la nebbia svanisce,
quale nuova passione mi attende?
Sarà tranquilla e pura?
Potessero le mie mani
sfogliare la luna!
- Federico Garcia Lorca -








Il volto desideratonon è un ricordoe nemmeno un sogno,è forse l’unione delle due cose,e tuttavia le eccede.Il volto desiderato è l’eternitàdel momento agognatoche si estende senza fine.
Unsi al-Hàgg

Photo di (Manuel Barca) "Amor Aeternus"

A ciascuno di voi è riservata una persona speciale.A volte ve ne vengono riservate due o tre, anche quattro.Possono appartenere a generazioni diverse.Per ricongiungersi con voi, viaggiano attraverso gli oceani del tempo e gli spazi siderali.Vengono dall'altrove, dal cielo.Possono assumere diverse sembianze, ma il vostro cuore le riconosce.Il vostro cuore le ha già accolte come parte di sé in altri luoghi e tempi, sotto il plenilunio dei deserti d'Egitto o nelle antiche pianure della Mongolia. Avete cavalcato insieme negli eserciti di condottieri dimenticati dalla storia, avete vissuto insieme nelle grotte ricoperte di sabbia dei nostri antenati.
Tra voi c'è un legame che attraversa i tempi dei tempi: non sarete mai soli.
- Brian Weiss -  
dal libro "Molte vite, un solo amore" 

 )
Buona giornata a tutti.:-

venerdì 22 agosto 2014

Lev Nikolaevič Tolstoj, " Il Natale di Martin".


Agosto BLOG sempre aperto

da leggo e rifletto
Il Natale di Martin - Lev Nikolàevič Tolstòj
In una certa città viveva un ciabattino, di nome Martin Avdeic. Lavorava in una stanzetta in un seminterrato, con una FINESTRA che guardava sulla strada. Da questa poteva vedere soltanto i piedi delle persone che passavano, ma ne riconosceva molte dalle scarpe, che aveva riparato lui stesso. Aveva sempre molto da fare, perché lavorava bene, usava materiali di buona qualità e per di più non si faceva pagare troppo.
Anni prima, gli erano morti la moglie e i figli e Martin si era disperato al punto di rimproverare Dio. Poi un giorno, un vecchio del suo villaggio natale, che era diventato un pellegrino e aveva fama di santo, andò a trovarlo. E Martin gli aprì il suo cuore.
- Non ho più desiderio di vivere - gli confessò. - Non ho più speranza.
Il vegliardo rispose: « La tua disperazione è dovuta al fatto che vuoi vivere solo per la tua felicità. Leggi il Vangelo e saprai come il Signore vorrebbe che tu vivessi.»
Martin si comprò una Bibbia. In un primo tempo aveva deciso di leggerla soltanto nei giorni di festa ma, una volta cominciata la LETTURA, se ne sentì talmente rincuorato che la lesse ogni giorno.
E cosi accadde che una sera, nel Vangelo di Luca, Martin arrivò al brano in cui un ricco fariseo invitò il Signore in casa sua. Una donna, che pure era una peccatrice, venne a ungere i piedi del Signore e a lavarli con le sue lacrime. Il Signore disse al fariseo: «Vedi questa donna? Sono entrato nella tua casa e non mi hai dato acqua per i piedi. Questa invece con le lacrime ha lavato i miei piedi e con i suoi capelli li ha asciugati... Non hai unto con olio il mio capo, questa invece, con unguento profumato ha unto i miei piedi.»
Martin rifletté. Doveva essere come me quel fariseo. Se il Signore venisse da me, dovrei comportarmi cosi? Poi posò il capo sulle braccia e si addormentò.
All'improvviso udì una voce e si svegliò di soprassalto. Non c'era nessuno. Ma senti distintamente queste parole:
- Martin! Guarda fuori in strada DOMANI, perché io verrò.
L'indomani mattina Martin si alzò prima dell'alba, accese il fuoco e preparò la zuppa di cavoli e la farinata di avena. Poi si mise il grembiule e si sedette a lavorare accanto alla finestra. Ma ripensava alla voce udita la notte precedente e così, più che lavorare, continuava a guardare in strada. Ogni volta che vedeva passare qualcuno con scarpe che non conosceva, sollevava lo sguardo per vedergli il viso.
Passò un facchino, poi un acquaiolo. E poi un vecchio di nome Stepanic, che lavorava per un commerciante del quartiere, cominciò a spalare la neve davanti alla finestra di Martin che lo vide e continuò il suo lavoro.
Dopo aver dato una dozzina di punti, guardò fuori di nuovo. Stepanic aveva appoggiato la pala al muro e stava o riposando o tentando di riscaldarsi. Martin usci sulla soglia e gli fece un cenno.
- ENTRA - disse - vieni a scaldarti. Devi avere un gran freddo.
- Che Dio ti benedica!- rispose Stepanic. Entrò, scuotendosi di dosso la neve e si strofinò ben bene le scarpe al punto che barcollò e per poco non cadde.
- Non è niente - gli disse Martin. - Siediti e prendi un po' di tè.
Riempi due boccali e ne porse uno all'ospite. Stepanic bevve d'un fiato. Era chiaro che ne avrebbe gradito un altro po'. Martin gli riempi di nuovo il bicchiere. Mentre bevevano, Martin continuava a guardar fuori della finestra.
- Stai aspettando qualcuno? - gli chiese il visitatore.
- Ieri sera- rispose Martin - stavo leggendo di quando Cristo andò in casa di un fariseo che non lo accolse coi dovuti onori. Supponi che mi succeda qualcosa di simile. Cosa non farei per accoglierlo! Poi, mentre sonnecchiavo, ho udito qualcuno mormorare: "Guarda in strada domani, perché io verrò".
Mentre Stepanic ascoltava, le lacrime gli rigavano le guance. - Grazie, Martin Avdeic. Mi hai dato conforto per l'anima e per il corpo.
Stepanic se ne andò e Martin si sedette a CUCIRE uno stivale. Mentre guardava fuori della finestra, una donna con scarpe da contadina passò di lì e si fermò accanto al muro. Martin vide che era vestita miseramente e aveva un bambino fra le braccia. Volgendo la schiena al vento, tentava di riparare il piccolo coi propri indumenti, pur avendo indosso solo una logora veste estiva. Martin uscì e la invitò a entrare. Una volta in casa, le offrì un po' di pane e della zuppa.
- Mangia, mia cara, e riscaldati - le disse.
Mangiando, la donna gli disse chi era: - Sono la moglie di un soldato. Hanno mandato mio marito lontano otto mesi fa e non ne ho saputo più nulla. Non sono riuscita a trovare lavoro e ho dovuto vendere tutto quel che avevo per mangiare. Ieri ho portato al monte dei pegni il mio ultimo scialle.
Martin andò a prendere un vecchio mantello. - Ecco - disse. - È un po' liso ma basterà per avvolgere il piccolo.
La donna, prendendolo, scoppiò in lacrime. - Che il Signore ti benedica.
- Prendi - disse Martin porgendole del denaro per disimpegnare lo scialle. Poi l’accompagnò alla porta.
Martin tornò a sedersi e a lavorare. Ogni volta che un'ombra cadeva sulla finestra, sollevava lo sguardo per vedere chi passava.
Dopo un po', vide una donna che vendeva mele da un paniere. Sulla schiena portava un sacco pesante che voleva spostare da una spalla all'altra. Mentre posava il paniere su un paracarro, un ragazzo con un berretto sdrucito passò di corsa, prese una mela e cercò di svignarsela. Ma la vecchia lo afferrò per i capelli. Il ragazzo si mise a strillare e la donna a sgridarlo aspramente.
Martin corse fuori. La donna minacciava di portare il ragazzo alla polizia. - Lascialo andare, nonnina - disse Martin. - Perdonalo, per amor di Cristo.
La vecchia lasciò il ragazzo. - Chiedi perdono alla nonnina - gli ingiunse allora Martin.
Il ragazzo si mise a piangere e a scusarsi. Martin prese una mela dal paniere e la diede al ragazzo dicendo: - Te la pagherò io, nonnina.
- Questo mascalzoncello meriterebbe di essere frustato - disse la vecchia.
- Oh, nonnina - fece Martin - se lui dovesse essere frustato per aver rubato una mela, cosa si dovrebbe fare a noi per tutti i nostri peccati? Dio ci comanda di perdonare, altrimenti non saremo perdonati. E dobbiamo perdonare soprattutto a un giovane sconsiderato.
- Sarà anche vero - disse la vecchia - ma stanno diventando terribilmente viziati.
Mentre stava per rimettersi il sacco sulla schiena, il ragazzo sì fece avanti. - Lascia che te lo porti io, nonna. Faccio la tua stessa strada.
La donna allora mise il sacco sulle spalle del ragazzo e si allontanarono insieme.
Martin tornò a lavorare. Ma si era fatto buio e non riusciva più a infilare l'ago nei buchi del cuoio. Raccolse i suoi arnesi, spazzò via i ritagli di pelle dal pavimento e posò una lampada sul tavolo. Poi prese la Bibbia dallo scaffale.
Voleva aprire il libro alla pagina che aveva segnato, ma si apri invece in un altro punto. Poi, udendo dei passi, Martin si voltò. Una voce gli sussurrò all'orecchio:
- Martin, non mi riconosci?
- Chi sei? - chiese Martin.
- Sono io - disse la voce. E da un angolo buio della stanza uscì Stepanic, che sorrise e poi svanì come una nuvola.
- Sono io - disse di nuovo la voce. E apparve la donna col bambino in braccio. Sorrise. Anche il piccolo rise. Poi scomparvero.
- Sono io - ancora una volta la voce. La vecchia e il ragazzo con la mela apparvero a loro volta, sorrisero e poi svanirono.
Martin si sentiva leggero e felice. Prese a leggere il Vangelo là dove si era aperto il libro. In cima alla pagina lesse: « Ebbi fame e mi deste da mangiare, ebbi sete e mi dissetaste, fui forestiero e mi accoglieste. In fondo alla pagina lesse: Quanto avete fatto a uno dei più piccoli dei miei fratelli, l’avete fatto a me.»
Così Martin comprese che il Salvatore era davvero venuto da lui quel giorno e che lui aveva saputo accoglierlo.
Lev Nikolàevič Tolstòj

LeggiAmo >>>leggo e rifletto

martedì 19 agosto 2014

Gustave Thibon, Quel che Dio ha unito. Saggio sull’amore.

Agosto BLOG sempre aperto

Dio non ha creato che unendo

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La creazione, nella sua infinita varietà, costituisce un insieme armonioso, le cui parti sono legate fra loro e vivono le une in funzione delle altre. Dall’atomo all’angelo, dalla coesione delle molecole alla comunione dei santi, niente esiste da solo né per se stesso.
Dio non ha creato che unendo. Il dramma dell’uomo è quello di separare. Egli si separa da Dio con l’irreligiosità, dai suoi fratelli con l’indifferenza, l’odio e la guerra, si separa infine dalla sua anima con la ricerca dei beni apparenti e caduchi. E quest’essere, separato da tutto, proietta sull’universo il riflesso della sua divisione interiore; egli separa tutto intorno a sé; porta le sue mani sacrileghe sulle più umili vestigia dell’unità divina; sbriciola tutto fin dentro le viscere della materia. L’uomo atomizzato e la bomba atomica rispondono l’uno all’altra.
La metafisica della separazione è la metafisica stessa del peccato. Ma poiché l’uomo non può vivere senza un simulacro d’unità, queste sue parti, disgiunte ed uccise dal peccato, si ricongiungono, in quanto morte, non più come gli organi d’un medesimo corpo, ma come i granelli di sabbia dello stesso deserto.
La separazione porta con sé la confusione, la rottura, l’uniformità. Non esistono più artigiani liberi ed originali, ma una «massa» di proletari; non ci sono più coppie che si amano di un amore unico, ma una bellezza standard ed una sessualità meccanicizzata.
Non c’è possibilità di salvezza che nel ritorno all’unità nella diversità [...]. Il nostro solo scopo, pubblicando queste pagine, è quello di aiutare qualche anima di buona volontà a non separare quel che Iddio ha unito. Per questo  è necessario innanzitutto comprendere che, nell’ordine più temporale, non c’è pienezza umana possibile, di cui Iddio non sia il centro e l’anima.
(Gustave ThibonQuel che Dio ha unito. Saggio sull’amore, Società Editrice Siciliana, Mazara del Vallo [Trapani] 1947, V-VII)

 Description de cette image, également commentée ci-après

È stato definito "il filosofo contadino" ("le philosophe-paysan").
Signature thibon.jpg

Quel che Dio ha unito. Saggio sull'amore

venerdì 15 agosto 2014

Estate incantata

Marea gialla

Cominciò l'estate del 1928

L'erba sussurrava sotto il suo corpo. Douglas abbassò il braccio sentendo il solletico dell'erba sulla pelle e più lontano le dita dei piedi si flettevano nelle scarpe. Il vento soffiava intorno alle orecchie che parevano diventate conchiglie.I fiori erano soli, chiazze di cielo cadute in mezzo ai boschi. Gli uccelli scattavano come sassi lanciati nel vasto stagno rovesciato del cielo. Gli insetti volavano con chiarezza elettrica...

(Ray Bradbury)

Non usare il tuo corpo per attirare attenzioni... troverai solo persone disposte ad usarlo... ricopriti di aculei e toglili solo a chi ti vuole per quello che sei dentro non per il tuo corpo...
(Muriel Barbery)

martedì 12 agosto 2014

La città di Dio. Storia di san Benedetto

Agosto BLOG sempre aperto
DA LIBRI & LIBRI 

L. De Wohl, La città di Dio. Storia di san Benedetto

Trama: le strade dell'antica Roma sono in tumulto per la visita ufficiale di Teodorico, re degli Ostrogoti e nuovo re d'Italia. Tra la folla si nasconde un ragazzino determinato ad assassinare il conquistatore barbaro, ma il tentativo viene stroncato sul nascere dalle guardie reali. Il giovane attentatore si chiama Pietro ed è il figlio adottivo del nobile filosofo romano Boezio. A portarlo in salvo è Benedetto, giovane studente, che diventerà suo tutore. Inizia così la storia di Benedetto da Norcia: in una Roma in rovina, lasciva e immorale, dominata dalle forze barbariche. Un deserto spirituale dal quale Benedetto saprà allontanarsi, trascorrendo lunghi anni in solitudine per poi dare vita a comunità religiose destinate a diventare fulgidi esempi della sua Regola, fino alla fondazione del celebre monastero di Montecassino, la cittadella di Dio: dentro e fuori le sue mura san Benedetto saprà lasciare un'impronta indelebile.
Giudizio:
Casa editrice e anno di pubblicazione: BUR - 2012
Pagine: 382 pp.
Inizio lettura: 12 luglio 2013

domenica 10 agosto 2014

Consigli di lettura per l'estate 2014 ...

Agosto BLOG sempre aperto



Kenny G - Forever in Love (Instrumental)


da Dove gira il sole 
ecosostenibilità, downshifting, salute, letture, 
notizie e chiacchiere alla ricerca della felicità

Consigli di lettura per l'estate 2014

Che mica sarete già tutti in vacanza, no? Sì, lo so che se aspettavo ancora un po' mi ritrovavo a intitolare il post "Consigli di lettura per l'autunno", ma insomma, tanto è solo una formalità, tutte le stagioni sono ottime per leggere! E poi diciamocelo, chi legge legge tutto l'anno, chi non legge...peggio per lui! 
Tra quelli che mi sono particolarmente piaciuti quest'anno:
per le recensioni.. altro » 


(tra tutti conosco solo questo 
Allegro ma non troppo - Carlo Maria Cipolla - Il Mulino)
Giuliano
continua... altro »









I vestiti nuovi del consumatore - Deborah Lucchetti - 

Blue economy - 
Gunter Pauli nella traduzione di F. Lombini, 
M. Nebiolo, A. Tadini - Edizioni Ambiente










Pyongyang - 
Guy Delisle nella traduzione di F. Martucci - Rizzoli Lizard







L'estate '79 e L'autunno '79 - 
Hugues Barthe nella traduzione di T. Spagnoli - Clichy


Qualcuno alla porta - 
Geoffrey Holiday Hall nella traduzione di S. Bruno - Sellerio









La morte dei caprioli belli - 
Ota Pavel nella traduzione di B. Zane - Keller








Morte di un uomo felice -
 Giorglio Fontana - Sellerio









Andorra - 
Peter Cameron nella traduzione di G. Oneto - Adelphi







                                                             *******

I libri più letti dalle persone di successo prima  di andare a dormire  <<< www.libreriamo.it





Kenny G - The Moment


KENNY G (COLLECTION) HD

sabato 9 agosto 2014

Il discernimento. Leggere i segni della vita quotidiana

 

Agosto BLOG sempre aperto

L'ascolto di un tamburo diverso  <<< sperarepertutti



Dal libro di Henri Nouwen, 
"Il discernimento. Leggere i segni della vita quotidiana" (Queriniana), di cui ho scritto una recensione per il numero di settembre del mensile Jesus.Il discernimento è comprensione spirituale e conoscenza esperienziale dell'azione di Dio nella vita quotidiana che si acquisiscono attraverso la pratica spirituale disciplinata. Il discernimento è vivere fedelmente e ascoltare l'amore e la guida di Dio per poter realizzare la nostra chiamata individuale e missione condivisa.
Le definizioni sono un buon punto d'inizio, ma permettetemi di tracciare alcune affermazioni e pratiche fondamentali necessarie al discernimento. Quando vissi temporaneamente come monaco in un monastero trappista, cercando di discernere se fossi chiamato a vivere la vita contemplativa o una vita più attiva di insegnamento e di ministero, ricordo che stavo camminando in un edificio in cui non ero mai stato. Mi imbattei in una riproduzione dello splendido dipinto di Hazard Dufree, il Flautista, incorniciato con uno testo vecchio ma familiare di Henri David Thoureau:
Se un uomo non marcia al passo dei suoi compagni magari è perché ode un tamburo diverso; lasciatelo marciare al suono della musica che sente, non importa né quanto lontana essa sia, né quale sia la cadenza.
Studiando il volto sereno e concentrato del musicista di Durfee ho capito che il discernimento è come udire un tamburo diverso.
Mentre riflettevo sul flautista, mi vidi inquieto e alla ricerca. Sentivo di inciampare troppo spesso nelle mie costrizioni e nelle mie illusioni. Nel periodo trascorso a Genesee, cominciai a capire che quando ascoltiamo loSpirito sentiamo un suono interiore più profondo, un ritmo diverso. Il grande movimento della vita spirituale passa da una vita sordam che non sente, a una vita di ascolto. Da una vita in cui sperimentiamo noi stessi come separati, isolati e soli a una vita in cui sentiamo la voce di Dio che ci guida e ci guarisce, che è con noi e non ci lascerà mai soli. Le molte attività in cui siamo coinvolti, le molte preoccupazioni che occupano il nostro tempo, i molti suoni che ci circondano ci rendono difficile udire il sussurro di una brezza leggera attraverso il quale la presenza e la volontà di Dio si manifestano (1 Re 9,12).
Vivere una vita spirituale matura richiede l'asscolto della voce di Dio dentro di noi e tra noi. La grande novità della rivelazione di Dio non è semplicemente che "io sono", ma anche che Dio è attivamente presente nei momenti della nostra vita, sempre e ovunque. Il nostro Dio è un Dio che si prende cura, guarisce, guida, dirige, sfida, affronta, corregge. Discernere significa prima di tutto ascoltare Dio, essere attenti alla presenza attiva di Dio e obbedire allo stimolo, alla direzione, alle indicazioni e alla guida di Dio.
                                           

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www.tiraccontolaparola.it
"Il discernimento è comprensione spirituale e conoscenza esperienziale dell'azione di Dio nella vita quotidiana che si acquisiscono attraverso la pratica spirituale disciplinata."

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Dall'alba al tramonto...

 chiediamo al Signore il discernimento... 

"Da forze buone, miracolosamente accolti, qualunque cosa accada, attendiamo confidenti. 
Dio è con noi alla sera e al mattino e, stanne certa, in ogni nuovo giorno."
Pastore luterano-db+ Dietrich Bonhoeffer

DISCERNIMENTO...

per conoscere il cuore e decidere

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Oggi è la festa di s. Ignazio di Loyola, fondatore dei gesuiti ed esploratore della vita interiore.
 Nei suoi Esercizi spirituali ha formulato delle "regole di discernimento"; sono dei principi per conoscere il proprio cuore, per leggerne i movimenti nella fede e orientare le proprie scelte senza lasciarsi trascinare dall'emotività. Il gesuita Francesco Occhetta, de La Civiltà Cattolica, le ha commentate sul suo blog personale.


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DISCERNIMENTO>>>>>>

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>>> Francesco, Newman e il Vangelo

(©L'Osservatore Romano 3 ottobre 2012)

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Il Vangelo di papa Francesco non è magico (e non è in vendita!) 13/05/2014